Storia medievale

 

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  Corfinium, Valva,  Pentima.
All’inizio del Medioevo, l’antica Corfinium  perse gran parte dell’importanza politico-economica legata allo status di Municipium romano acquisito subito dopo la Guerra Sociale (I sec. a.C.).        

 La città subì le devastazioni dei Goti (552) e dei Longobardi (682)
ed in tale epoca risorse con il nome di Valva ed entrò a far parte del Ducato di Spoleto.
Intorno alla metà del IX sec., fu inglobata nella Contea dei Marsi.

In seguito patì l’attacco dei Saraceni (881) e degli Ungari (937).

 Papa Gregorio VII, nel 1074, nominò vescovo di Valva ed abate di S. Clemente a Casauria Trasmondo, figlio di Odorisio, Conte dei Marsi,  e fratello di Attone,  vescovo di Chieti, e  di Desiderio, abate di Montecassino.Trasmondo, per contrastare l’invasione dei Normanni, iniziò subito a realizzare il castello di Popoli, il monastero-fortezza di S. Benedetto in Perillis ed altre fortificazioni. Inoltre, per consolidare il suo prestigio vescovile, Trasmondo, nel 1075, cominciò a restaurare la Chiesa forse già intitolata a S. Pelino e, a protezione di questa, fondò il “Castrum de Pèntoma”, poi divenuto “Pentima“.

Il normanno Ugo Malmozzetto riuscì ugualmente ad appropriarsi del territorio valvense, e Trasmondo subì la prigionia e morì di lì a poco(1079-1080).

Nel 1229, i Canonici della Cattedrale sulmonese di S. Panfilo non versarono al vescovo di Valva, Nicolò, le decime che gli spettavano e perciò questi li scomunicò.

I Sulmonesi si ribellarono e assaltarono più volte la Cattedrale di S. Pelino: condussero prigionieri a Sulmona e sbeffeggiarono dapprima un canonico e poi lo stesso vescovo; saccheggiarono e devastarono la Chiesa; incendiarono le case vicine e distrussero le coltivazioni intorno.

Il processo ordinato dal Papa si concluse con la scomunica per il Capitolo di Sulmona.

Da allora in poi, Pentima andò sempre più diminuendo d’importanza a favore di Sulmona.

Il nome “Pentima”
restò in vigore fino al 28 giugno 1928,
quando un Regio Decreto,
in ricordo dell’antico e glorioso nome peligno,
lo mutò in “Corfinio”.

 

 
 
Una cattedrale da raccontare        

L’edificazione dell’Oratorio di S. Alessandro, iniziò nel 1075 per ordine del Vescovo Trasmondo, probabilmente sotto forma di restauro o rifacimento di una precedente chiesa, che era stata eretta sui resti di un tempio pagano forse subito dopo che vi fu martirizzato San Pelino, vescovo di Brindisi (IV sec.), a cui Trasmondo la voleva dedicare.

 I lavori  furono  presto interrotti (1077-1078) per dare inizio ad una  costruzione assai più  grande: l’attuale S. Pelino.

Nel 1092 i lavori furono interrotti e fu consacrato soltanto il transetto eretto sul lato destro della chiesa di S. Pelino per ospitare le spoglie del papa Alessandro I (109-119).

Il Mausoleo, Oratorio o Cappella di S. Alessandro consiste in un transetto absidato dotato di una torre di difesa, nella quale poteva trovare rifugio il vescovo in caso di attacco. Il transetto rettangolare è diviso in quattro campate, ciascuna delle quali è sormontata da una volta a crociera.  

L’abside, molto schiacciata, ospita un altare e due affreschi del tardo Trecento: quello di sinistra raffigura S. Giovanni,  S. Caterina,  S. Onofrio e S. Anatolia; quello di destra S. Alessandro affiancato da due angeli. Dall’iscrizione sull’altare (“HIC ALEXANDRI SUNT OSSA RECONDITA SANCTI PAPE QUI PETRO QUINTUS SUCCESSOR HABETUR UGONIS SAPIENTIS FORTIS NEC NE POTENTIS OPUS”) si apprende che vi furono deposte le spoglie di S. Alessandro I, Papa.  

Della torre di difesa, a pianta rettangolare, costruita sul basamento di una tomba preesistente, restano oggi soltanto due piani; tracce di un terzo piano erano  ancora visibili  nel XVIII secolo.

Il primo vano ha il pavimento molto più in alto di quello del transetto da cui vi si accede: è di forma rettangolare e un arco la divide in due campate con volte a crociera.

Al vano superiore, che, prima di essere parzialmente demolito, perché pericolante, aveva le stesse caratteristiche di quello sottostante, si accede mediante una scaletta addossata alla parete.

L’opera fu ripresa e ultimata nel secolo successivo dal vescovo Gualtiero (1104-1124).

Nel 1181 vi furono deposte le reliquie di S. Pelino.

Basilica di S. Pelino

Sul finire del XIII secolo, sulla sinistra della Cattedrale fu costruito un episcopio.