Il Parlamentarismo

Nel 1922,  nel clima di disordine e di violenza che regnava da molti mesi in Italia,  il filosofo e giurista sulmonese Giuseppe Capograssi così rifletteva*:
“Il Parlamentarismo è sempre una grande cosa, e una grande idea, ma si è ridotto ad essere ora l’accolta dei peggiori elementi che il Paese possegga: non c’è nessuno che nel paese eguagli questa accolta di gente in disonestà, in miseria di idee, in confusione mentale, ma sopratutto in assoluta incredulità a tutte quelle che sono le migliori e più serie leggi della convivenza umana.
Veri lupi agli altri lupi, quella gente si dibatte nella perenne febbre della ricerca del proprio interesse: questa è la legge suprema: la legge suprema è proprio la ricerca sovrana del proprio interesse, e tutto il resto non esiste per niente.
Quindi tu vedi che il Parlamentarismo, forma squisita di socialità e di unione umana, si è ridotto a un mezzo di sopraffazione e di imbroglio e di frode scambievole: non solo è una maschera di una unione che non c’è, ma è un mezzo per servirsene per i propri fini e i propri disegni, è un mezzo per aumentare la solitudine e il deserto attorno a sé: quindi per rendere sempre meno possibile la vita in comune.
* Otto giorni prima, il 19 luglio, il primo Governo Facta si era dovuto dimettere dopo un minaccioso discorso tenuto da Mussolini il giorno precedente  alla Camera. La crisi si concluderà il 9 agosto con il voto di fiducia al secondo Governo Facta, ma la situazione di diffuso disordine e inaudita violenza porterà alla “marcia su Roma”, il 28 ottobre.

Da: Giuseppe Capograssi , a cura di Gabrio Lombardi, “Pensieri a Giulia”, n. 1363 del 27 luglio 1922.

 

5 thoughts on “Il Parlamentarismo

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