Roghi e interessi

Incendio sul Monte Morrone

Il 19 agosto 2017 iniziava a bruciare il Monte Morrone in territorio di Pacentro (AQ); il giorno successivo bruciava anche in territorio di Sulmona (località Marane) e nei giorni seguenti il fuoco è giunto fino ai territori di  Bagnaturo, Pratola Peligna e Roccacasale; nel frattempo si sviluppavano altri incendi sul lato opposto della Valle Peligna (Raiano, Prezza, Cocullo) e nell’adiacente Valle Subequana (Secinaro, Goriano Sicoli). Oggi, 4 settembre, dopo innumerevoli interventi di Canadair, Elicotteri, Vigili del Fuoco, Protezione Civile, Esercito e volontari e ad una provvidenziale pioggia, sembra che, finalmente, siano spenti tutti i focolai.

In tutto l’Abruzzo,  in tutt’Italia vanno in fumo ogni anno migliaia di ettari di pinete, faggete e vegetazione varia montana, collinare e di pianura, danneggiando anche la salute dei cittadini, e nella maggior parte dei casi si tratta di incendi dolosi. Questo vuol dire che c’è gente (gentaglia!) che, chi poco, chi molto, chi moltissimo, guadagna sugli incendi.

Come risolvere il problema? Mi sembra ovvio: facendo in modo che nessuno sia più in condizione di guadagnare sugli incendi. Perciò, niente appalti a privati per Canadair ed elicotteri: abbiamo l’Aeronautica Militare che può essere dotata dei mezzi necessari; niente pagamenti a intervento per i volontari della Protezione Civile e dei Vigili del Fuoco: siano pagati tutto l’anno ed assicurino la sorveglianza del territorio; niente appalti per la riforestazione: gli ex forestali e l’Esercito possono essere ottimamente impiegati a questo scopo.

Se le autorità cosiddette competenti non si decideranno ad andare in questa direzione, sarà chiara la loro connivenza con i delinquenti che distruggono il territorio par soldi e per stupidità.